È fatto per essere conservato, magari esposto come un oggetto di design. È un oggetto da collezione che rappresenta una opportunità unica di disconnessione e che non potrà mai essere sostituito dal suo gemello virtuale. È il libro d’alta gamma, frutto di un saper fare che vede l’Italia e le sue aziende come meta obbligata di chi intende realizzare uno stampato di pregio, un volume d’arte. Una nicchia di mercato importante, contrassegnata da precise esigenze di qualità e sostenibilità dei materiali e dei processi, in grado di rispondere alle caratteristiche di eleganza e di bellezza indispensabili per questi prodotti.
I libri di pregio e i protagonisti industriali che li commissionano e li realizzano sono stati al centro dell’incontro “L’eccellenza della filiera italiana nella progettazione e stampa del libro d’alta gamma“ che la Federazione Carta e Grafica ha organizzato lo scorso 18 ottobre nell’ambito della 76ma Buchmesse di Francoforte, l’appuntamento internazionale di maggiore prestigio riservato al libro.
Il confronto a più voci che ha fatto seguito al saluto introduttivo del consigliere della Federazione delegato all’Editoria Carlo Emanuele Bona, ha portato alla ribalta protagonisti e storie imprenditoriali che mettono in risalto le diverse componenti dalle quali nasce l’eccellenza italiana nel settore.
È un prodotto fisico, che nasce per essere sfogliato, mostrato, conservato e per questo è differente e non uguagliabile né sostituibile da una versione immateriale, digitale. Ne sono certi Emanuele Bandecchi, di Rotolito Spa, azienda lombarda specializzata nella produzione di stampati di qualità, e Franco Berra, di Grafiche Antiga, realtà particolarmente attiva nella conservazione e promozione della cultura tipografica, nel declinare il tema “Radici del futuro”, che ha contrassegnato la presenza italiana a Francoforte, con il libro che è fra gli elementi caratteristici della manifattura italiana, universalmente riconosciuta anche dagli specialisti del design come Erik Spiekermann, altra voce al tavolo degli interventi, moderati dalla giornalista Michela Pibiri di Printlovers.
Quella del libro d’arte è una “verticale” d’eccellenza all’interno della filiera rappresentata dalla Federazione, a partire dal supporto pregiato, la carta, che ci rappresenta e distingue nei più importanti musei del mondo al pari della moda, delle auto di lusso, della cucina italiana, come ha evidenziato Alessandro Nardelli delle Cartiere del Garda (Gruppo Lecta SA). E che, attraverso la manifattura di pregio, arriva fino alla divulgazione ed esposizione del prodotto finito come oggetto d’arte, con il plus di essere, per suo stesso ruolo e definizione, portatore di un messaggio: c’è convergenza di scopo tra musei e i libri ad essi dedicati, entrambi da intendere e progettare come un campo in cui dare spazio all’immaginazione, traendo spunto dalla riflessione di Michele Lanzinger già Direttore del MUSE di Trento e Presidente di ICOM (International Council of Museums) Italia.