La filiera della carta e della grafica รจ vicina allo stallo produttivo. Con la pandemia non ancora alle spalle, la ripresa sbatte contro le conseguenze della guerra in Ucraina. Dagli stop degli impianti nelle cartiere, fino al collasso dell’industria a valle. Si stanno purtroppo concretizzando di giorno in giorno sempre nuovi elementi di uno scenario che i responsabili della Federazione Carta e Grafica avevano evidenziato con forza, nelle varie sedi, da svariati mesi.

In un comunicato (visibile qui), Assografici lancia alla stampa il grido d’allarme per il nuovo shock energetico che “sta rapidamente compromettendo la situazione di unโ€™intera filiera, giร  in difficoltร  nella gestione degli incrementi dei prezzi della carta e degli altri fattori produttivi e nellโ€™approvvigionamento di tutte le materie prime”.

Ieri era stata Assocarta a sollecitare misure immediate a favore delle imprese grandi consumatrici di energia, come le cartiere, (qui il lancio Ansa che riprende la notizia) il cui eventuale sempre piรน generalizzato fermo produttivo determinerebbe la paralisi a valle: dalla carta per giornali, libri e riviste al cartone per il packaging, le carte sanitarie, gli astucci, le etichette. Una situazione che, per l’esplosione dei costi energetici e di tutte le materie prime, anche plastiche, tocca anche la produzione di packaging flessibile, con ricadute pesantissime anche sulle altre catene di produzione che utilizzano questi prodotti (in particolare lโ€™industria alimentare).

Il primo allarme sui prezzi dell’energia e sulla carenza di materie prime lanciato dalla Federazione Carta e Grafica risale alla scorsa estate. Un mese fa la richiesta congiunta rivolta al Governo dalle Associazioni della filiera editoriale per ottenere un credito d’imposta sulla carta (qui il link alla notizia). Ma la situazione si รจ andata progressivamente aggravando fino a precipitare a causa degli eventi bellici.

Assografici, Assocarta e Acimga, le Associazioni riunite nella Federazione Carta e Grafica, uniscono la loro voce a quella di Confindustria nella richiesta di misure straordinarie che divengono sempre piรน urgenti per affrontare l’emergenza, sia in sede Ue che da parte del Governo italiano.